Wei-ji è l’ideogramma cinese del termine crisi, è composto dalle parole pericolo e opportunità. In nessuna altra lingua è così ben condensato il significato del termine.
Media-hype
Il termine "media-hype" descrive le enormi ondate di notizie su una storia o un argomento specifici. In effetti le ondate di notizie generate dai media in caso di emergenze o crisi hanno un effetto di amplificazione sociale che comporta conseguenze ed un impatto che va al di la di quelle causate dall’evento scatenante. Per esempio può generare conseguenze sui mercati nel settore turistico, in quello alimentare estremamente pesanti che coinvolgono anche settori che non sono stati affetti dall’emergenza.
Calamità naturali, episodi terroristici, epidemie, intossicazioni alimentari, possono avere conseguenze economiche generate dal clamore mediatico, ma non solo – le conseguenze possono concretizzarsi anche in provvedimenti legislativi che complicano o addirittura ostacolano il ritorno alla normalità. La risposta emotiva non è esclusiva solo dell’opinione pubblica, la tendenza dei mercati finanziari di anticipare le mosse di concorrenti, l’attenzione al consenso da parte dei politici son fattoroi da mettere in bilancio.
I media sono alla ricerca di notizie, talvolta trascurano fatti o eventi significativi fintanto che non intravvedono un interesse delle proprie audience per poi cercare di colmare la richiesta di informazione con ondate di notizie, commenti, sfruttando la storia finchè possibile. Altre volte colgono online dei post su un fatto o evento che rientra nell’area doi potenziale interesse dell’opinione pubblica e in questi casi reagiscono ormai nel giro di minuti – è sorprendente come in certi casi cronisti e troupe televisive arrivino sul posto con una rapidità sorprendente.
La capacità di gestire l’informazione in caso di emergenze o crisi, riportando la notizia nell’alveo dei fatti, prevenendo il ricorso a commentatori impreparati che avanzano ipotesi sulle cause e sulle conseguenze con assunti slegati dalla realtà è un fattore determinante per proteggere la reputazione dell’impresa, prevenire conseguenze indesiderate, limitare nel tempo il fenomeno dell’hype-media.
Questo significa aiutare i giornalisti a fare il proprio lavoro in modo corretto, capirne le esigenze, accreditarsi come fonte affidabile con cui verificare le informazioni, facilitare che nella copertura di un evento o situazione si concentrino sui fatti reali e non indulgano in speculazioni.