Fake news, prevenirle e contrastarle

L’espressione “fake news”, un neologismo per “frottole” è diventata un tema sempre più attuale – sono sempre esistite, ma l’interconnessione digitale, grazie a social network e chat ne rende più rapida la diffusione virale, mentre una volta era più graduale, affidata ai contatti personali.

credits Signe Wilkinson

L’espressione “fake news” assurge spesso anche ad alibi, per quanti vogliono spiegare reazioni da parte dell’opinione pubblica, in particolare sul fronte politico, spesso addebitabili invece ad una minor capacità di comunicare con i propri interlocutori in termini di contenuti e linguaggio rispetto agli oppositori.

Che cosa rende pericolose le notizie false? La loro verosimiglianza agli occhi dei nostri interlocutori.

La gente non è stupida, valuta le notizie sulla base delle proprie esperienze ed aspettative. Se ha la percezione che una azienda anteponga il profitto a qualità o sicurezza, se ritiene che gran parte di concorsi o gare di appalto sia “pilotata”, che in determinati settori o in determinati mercati sia necessario ricorrere alla corruzione per lavorare,  accoglierà notizie in linea con queste aspettative e percezioni con fiducia.

Analogamente se la fonte di tali notizie è apparentemente più credibile di noi. Un altro rischio è rappresentato dal fatto che anche i media corrono il rischio, per mancanza di tempo da dedicare alla verifica, di rilanciare notizie false ma verosimili, aggiungendo credibilità alle stesse.

Contrastare le fake news, una volta che si sono diffuse in modo virale non è facile.

Un elemento importante è avere in atto un monitoraggio attento dell’ambiente online per controbattere ad eventuali notizie false in fase precoce, prima che si diffondano in modo virale. 

Ancora più importante è aver sviluppato una reputazione che renda dubbia una notizia negativa, aver trasferito in anticipo le informazioni su come l’azienda approccia sicurezza e qualità, avere una cura attenta alle relazioni con i consumatori.

Una attenta politica di reputation management rende meno verosimili eventuali “fake news” negative, ne previene un rilancio incontrollato da parte dei media, facilita interventi da parte di clienti e stakeholder che contestino la veridicità di tali notizie – questi ancora più efficaci di quelli provenienti direttamente dall’azienda.

Se in tempi normali le “fake news” nascono principalmente dall’obiettivo di generare traffico su siti che vendono banner pubblicitari con una tariffa “pay  per click” o per ragioni ideologiche, il fenomeno diventa ancora più pericoloso in occasione di crisi, dove spesso è animato anche da obiettivi di visibilità personale da parte di personaggi discutibili. In tali situazioni è ancora più facile che tali notizie siano rilanciate dai media online e offline, spinti dalla pressione di aggiungere sempre nuove angolature alla vicenda. In queste situazioni è ancora più determinante un intervento tempestivo per prevenirne la diffusione e il supporto di clienti, consumatori e stakeholder che ben conoscano l’azienda, i suoi comportamenti e la sua qualità. Come scriveva Sun Tzu “le battaglie si vincono prima di combatterle”, monitorare le news online è importante, ma altrettanto lo è verificare che la percezione dei nostri comportamenti sia in linea con le aspettative del pubblico e dei nostri clienti.