Pesante condanna penale in Francia come conseguenza di una crisi di sicurezza alimentare

“Deliberata violazione di obblighi di sicurezza e di prudenza” e “frode commerciale causando danno alla salute”.

Sentenza esemplare oggi in Francia:  è stato condannato a 3 anni di carcere il produttore degli hamburger surgelati “ Country” contaminati da Escherichia Coli ,venduti nei magazzini Lidl nel 2011.

Guy Lamorlette, 76 anni, fondatore e amministratore della SEB , azienda fornitrice di hamburger di manzo surgelati per Lidl è stato condannato oggi dal tribunale di Douai (Francia del Nord) a 3 anni di carcere, a pagare 50 000 euro di multa e diverse migliaia di euro di danni alle le famiglie delle vittime. Inoltre gli è stato vietato di esercitare a vita  una professione nel settore industriale e commerciale con l’accusa di "Lesioni involontarie di dovute a violazione chiaramente deliberata di un requisito di sicurezza".

In seguito al consumo di questi hamburger nel 2011 15 bambini di età compresa tra i 6 mesi  e i 10 avevano contratto la Sindrome Emolitica Uremica, una grave patologia a carico del sangue e dei reni associata  ad infezioni gastrointestinali. Per la maggior parte di questi bambini sono state compromesse a vita le funzioni renali e in alcuni casi si sono associati anche danni neurologici, una delle vittime che all’epoca aveva due anni è rimasta paralizzata ed ha riportato gravi deficit intellettuali.

Questo tipo di sentenza porta all’attenzione quanto il mancato rispetto di norme di sicurezza alimentare, come specifici controlli per l’ E.coli ceppo 0157H7 dovuto a considerazioni economiche (i controlli specifici per questo ceppo pericoloso sono molto più costosi di quelli generici per l’E.Coli), possa avere conseguenze ben più gravi di una sanzione amministrativa. La SEB impiegava 140 persone e, proprio in seguito a questa crisi, aveva già chiuso i battenti a fine 2011 a seguito della causa giudiziaria conseguente alla contaminazione da E.coli di giugno, che le aveva fatto perdere il contratto con Lidl, suo principale cliente.
Lidl aveva reagito prontamente alla crisi richiamando immediatamente tutti gli hamburger, prima ancora che fosse determinata la causa delle infezioni, ed aveva rimosso il problema interrompendo subito le forniture da parte di SEB, lasciando a loro tutto il peso della situazione.

Durante il processo il responsabile qualità della SEB aveva affermato : “il rischio zero non esiste purtroppo.  Ci sono già stati in passato dei ritiro dal mercato  di hamburger, sono cose che capitano…” e gli imputati avevano negato qualsiasi loro responsabilità, suscitando l’ira dei familiari delle vittime.

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